Capace di definire il carattere di un intero genere con una personalità e una presenza fuori dal comune, Frank Ocean è riuscito in breve a imporsi come una delle figure più influenti dell’intero planisfero musicale, fondendo rock, rap, R&B ed elettronica in un unico sensazionale ibrido. Nato a New Orleans nel 1987 e cresciuto all’ombra del nonno mentore nelle associazioni per il recupero dalle dipendenze, si trasferisce non ancora ventenne a Los Angeles, dove comincia a comporre per star del calibro di Justin Bieber e Brandy, e nel 2009 firma per Def Jam. Più che il contratto con l’etichetta, inizialmente indifferente al suo talento, è l’ingresso nel collettivo Odd Future di Tyler, The Creator a ispirare il gusto DIY del mixtape di debutto Nostalgia, Ultra pubblicato da indipendente nel 2011. È il seme di quella poetica sinestesia sonora venata di ironia e richiami old school che un anno dopo confluisce perfezionata in channel ORANGE: personale concentrato avanguardista che fonde funk cosmico, psichedelia e gospel con una scrittura a metà strada tra cronaca sociale e surrealismo, il disco inaugura un periodo caleidoscopico, interrotto nel 2016 con la doppia uscita del progetto visivo Endless e dell’album Blonde. Spostandosi sul piano interiore, l’analisi si immerge in un sound dilatato che tocca la sfera di un contemporaneo impressionismo avant-soul, esplorato anche nei singoli successivamente diffusi via blonded RADIO su Apple Music.