Parlando dei Muse con Apple Music, Matthew Bellamy dice che “C’è serietà in ciò che facciamo. C’è anche ironia. E noi oscilliamo sempre fra queste due cose, e creiamo qualcosa di un po’ diverso che entrambe tali cose”. - La band nasce nel 1997 e, forte di un EP muscolare di nome e di fatto, integra la propria cultura alt-rock alle fondamenta fuzz e phase di Showbiz (1999), campionario di rabbia, testi enigmatici e imprevedibili cambi di registro che puntellano note profonde e falsetti evocativi. - Vocazioni da arena e da filologia del suono conducono il trio in una spirale di successi, consegnandoli alle sfere più alte delle chart mondiali in un susseguirsi di brusche virate stilistiche dall’esito vincente. - Gli album in successione precisa e puntuale deliziano un pubblico sempre più affamato, in una marcia inarrestabile che passa dalla classica di Absolution (2003) alla dubstep di The 2nd Law (2012), senza tralasciare le influenze jazz e R&B di Black Holes & Revelations (2006). - L’impronta live che marca ogni singola nota si riflette nelle scenografie maestose e tematiche dei tour, riempiendo gli stadi e destreggiandosi fra le teorie del complotto di HAARP: Live from Wembley Stadium (2008) e l’aria familiare di Live at Rome Olympic Stadium (2013). - Autentici droni volano sopra i fan per accompagnare il pacifismo di Drones (2015), uscita da Grammy che regala un filone di concerti immortalati in una produzione da grande schermo. - Vagonate di dischi di platino e riconoscimenti stimolano il gruppo a un rinnovamento continuo che non dimentica le tematiche sociali e apre a nuove sorprese, rispondendo al prog con un mix di elettronica, glam e le tinte metal di ‘Won't Stand Down’ (2022).