Il quadro che visse due volte Il quadro che visse due volte

Il quadro che visse due volte

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Descrizione dell’editore

Hitchcock, Visconti, Ford, Dreyer, Saura, Scott, Minnelli, Kubrick. Sono registi, maestri assoluti. La loro estetica è riconoscibile e magica. È un incanto perenne. Fotogrammi che si assestano nella memoria di chi li ha visti, e lì rimangono.

Perché questi autori si sono affidati ad altri maestri, quelli della pittura, hanno riconosciuto la prevalenza di quell’arte nobile e hanno portato, nei loro film, quel grande valore aggiunto. 


Hitchcock ha esplorato Hopper: l’inquietante casa di Psyco. Visconti ha attinto da Hayez: il famoso bacio in Senso. Il gladiatore di Ridley Scott è semplicemente un dipinto di Gérôme. Kubrick ha “ricostruito” gli inglesi del Settecento, come Hogarth, in Barry Lyndon e mostrato opere contemporanee (Brancusi) in Arancia meccanica. John Ford ha “rifatto” Remington, gran pittore del West in Sentieri selvaggi. Saura anima Goya (La fucilazione sulla montagna) nel suo Goya. I personaggi di Dreyer in Dies irae escono letteralmente dai quadri di Rembrandt. 


Artisti come quelli citati, applicati ai film: dunque “scenografi” strepitosi, irripetibili, non più rintracciabili. Non sarebbero bastati... gli Oscar. 

Il quadro che visse due volte offre la chiave di lettura di questa straordinaria reciprocità fra la grande pittura e il grande cinema.

  • GENERE
    Arte e intrattenimento
    PUBBLICATO
    2012
    24 settembre
    LINGUA
    IT
    Italiano
    PAGINE
    51
    EDITORE
    GoWare
    DIMENSIONE
    15,2
    MB