In un continuum elettronico, il secondo album dei Cut Copy utilizza bassi e beat per rivelare un ibrido di influenze che toccano la psichedelia sixties, la disco del decennio successivo e il pop degli anni ’80. I colori fantasma del titolo si aprono in realtà in un arcobaleno di suoni che mantiene l’ancoraggio alla new wave ma spazia dalla post-house all’indie rock, offrendo alle melodie vocali un appiglio alla pista anche quando la band gioca la carta dell’imponente ballata sintetica.
Altre versioni
- 18 brani
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