Il secondo capitolo della celebre trilogia di Berlino rappresenta uno degli apici creativi della produzione di David Bowie. Valorizzando i leggendari sintetizzatori della title track prima di avvicinarsi all’ambient su evanescenti frequenze strumentali, l’artista londinese procede sui binari della sperimentazione elettronica affiancato da icone come Brian Eno e Robert Fripp. È un avveniristico percorso d’avanguardia in cui trovano spazio anche complesse jam rock di natura ibrida.