Carl Brave fotografa il risveglio della Roma notturna e romantica protagonista del suo esordio, firmando un EP dove spiccano riusciti duetti con cantautori di razza come Max Gazzè e rapper del calibro di Luchè e Guè Pequeno. Senza spingere all’eccesso il ricorso all’auto-tune, melodie e rime tessono racconti urbani che il musicista costruisce con chitarre acustiche, sporadiche parti per ottoni e decisi interventi elettronici. La luminosità di ‘Posso’ e i toni malinconici di ‘Termini’ segnano i confini di un lavoro che condensa in meno di mezz’ora la personalità e la coesione di un album.