Art Blakey & The Jazz Messengers

A Night In Tunisia

Aperto in modo fulminante da una delle più pirotecniche versioni della title track, A Night in Tunisia vede Art Blakey e The Jazz Messengers all’apice della creatività. Il tonante assolo di batteria apre le quinte per le evoluzioni hard bop del sax e i funambolici scambi di basso e tromba, plasmando un’incessante e fantasiosa poliritmia su una tavola dominata da uno swing senza compromessi. Tra metronomico e tribale, la formazione smuove anche il terreno del soul jazz con accenni latini.
Moanin'

Inciso sul finire del 1958 in New Jersey, Moanin’ è semplicemente uno dei massimi esempi di hard bop mai prodotti e senza dubbio uno dei capolavori dell’uomo che solo pochi anni prima ne aveva registrato il nome all’anagrafe del jazz. Alla guida della furiosa sezione ritmica, Art Blakey riconosce il valore della propria band, dando al brano composto dal pianista Bobby Timmons l’onore di dettare il titolo di un album che propone continue variazioni in termini di andatura e tocco, ma sfrutta al massimo le improvvisazioni melodiche di Lee Morgan. Incaricato dell’arrangiamento e coautore di gran parte della scaletta, Benny Golson è l’eclettica anima stilistica all’origine di un’estrema varietà compresa tra anticipazioni funk, musica latina e sprazzi di New Orleans: è però il batterista a incarnare alla lettera il ruolo del leader dal piglio deciso, che dialoga con la band e si mostra padrone della poliritmia.