Ben lungi dall’essere semplicemente una boy band, i BTS hanno plasmato la formula per generare un fenomeno globale, simbolo di un K-pop da esportazione e al passo coi tempi. - Creati nel 2010 dal magnate Bang Si-hyuk intorno alla carismatica figura del rapper RM, i Boyscout a prova di proiettile dovevano inizialmente essere un progetto hip-hop. - Dopo quello dei rapper j-hope e SUGA, l’ingresso dei cantanti V, Jin, Jimin e Jungkook aumenta la complessità della formazione, che esordisce ufficialmente nel 2013 col primo tassello di una trilogia sulle frustrazioni dei coetanei. - Salute mentale, Identità LGBTQ+ e autostima diventano temi portanti di un immaginario pop che sfida i tabù e raccoglie un autentico esercito di fan, identificato dall’acronimo ARMY (“Adorable Representative MC for Youth”). - Cantando quasi esclusivamente in coreano e mettendo sul piatto degli adolescenti concetti presi in prestito da psicanalisi e filosofia, il gruppo conquista il mondo a forza di EP e saghe musicali. - L’esibizione ai GRAMMY del 2020 è il preludio alla definitiva esplosione con ‘Dynamite’, primo singolo in inglese che vede il settetto esplorare in scioltezza sintetici terreni dance e mostrare un profilo spensierato, confermato dalla successiva ‘Butter’. - Autore di ‘Permission to Dance’, Ed Sheeran è solo una delle stelle che hanno voluto partecipare in un modo o nell’altro all’inarrestabile cavalcata di una delle più entusiasmanti avventure pop del nuovo millennio.