Nelle molteplici identità di cantautore, intrattenitore e produttore, Mark Ronson dimostra di avere un tocco da Re Mida che cambia i connotati al pop indicandone nuovi trend e punti d’arrivo. - Grazie al padre manager e al patrigno, Mick Jones dei Foreigner, cresce a stretto contatto con la musica, cimentandosi in veste di DJ in campo hip-hop ai tempi del college. - Dopo il lavoro dietro le quinte per Nikka Costa, nel 2003 debutta con Here Comes the Fuzz, ibrido disco, funk e reggae con ospiti quali Ghostface Killah, Jack White e Sean Paul. - In un 2006 da incorniciare, partecipa alla costruzione del trionfale Back to Black di Amy Winehouse e mette la firma su Alright, Still di Lily Allen e Back to Basics di Christina Aguilera. - Le sontuose tinte vintage di Version (2007) avvolgono cover rétro di brani come ‘Just’ dei Radiohead e ‘Stop Me If You Think You’ve Heard This One Before’ degli Smiths, riletti con la complicità rispettivamente di Phantom Planet e Daniel Merriweather. - Mentre Adele, Lady Gaga e Paul McCartney si affidano alla sua magia, conquista un posto d’onore fra gli standard del mainstream con l’irresistibile ‘Uptown Funk (feat. Bruno Mars)’ (2014). - Le contaminazioni d’azzardo continuano a fare centro da Uptown Special (2015) a Late Night Feelings (2019), fino a ‘Bird Calling’ (2022), in un tripudio di accoppiate sorprendenti e lampi di genio che ridefiniscono il concetto di evergreen.