Nel campo della canzone d’arte, soprattutto nella forma tedesca del lied, non esistono personalità che abbiano avuto l’importanza o l’influenza di Dietrich Fischer-Dieskau. Con una minuziosa sensibilità al testo e una sublime espressività, il suo elegante baritono era un modello di raffinatezza che poteva trasformare tre minuti di note in un’opera in miniatura. In una carriera trentennale, seppe tuttavia anche distinguersi come brillante interprete nel teatro musicale di Mozart, Strauss e Wagner. Nato nel 1925 e cresciuto in una Berlino devastata dalla guerra, a 17 anni debuttò nei sobborghi della città, in una performance interrotta dai bombardamenti. Tali esperienze alimentarono la peculiare intensità che riusciva a infondere nel repertorio liederistico, inciso con uno spirito letteralmente enciclopedico. Praticamente ogni brano del genere composto da Schumann, Brahms, Strauss, Wolf, Mendelssohn e Schubert (del quale registrò addirittura otto volte il Winterreise) fa parte di una vasta discografia che include molti ruoli di scena: il Conte di Figaro, Don Giovanni e Kurwenal nel mitico Tristano e Isotta diretto da Furtwängler nel 1952. La curiosità intellettuale lo portò a collaborare con figure contemporanee come Britten, che per lui scrisse i soli baritonali del War Requiem, presentato nel 1962. Insieme alle Passioni di Bach, questi nuovi lavori sono segno di un interesse mantenuto fino al giorno del ritiro, nel Capodanno del 1993.