Imprevedibile e talvolta spaventosamente lunatico, sia nelle prove che nelle esibizioni, Otto Klemperer era però anche un convinto idealista. Nato da genitori ebrei a Breslavia, studiò musica a Berlino, finché nel 1910 fu assistente di Mahler nella trionfale première della monumentale Ottava sinfonia. Dopo questa svolta crebbe rapidamente, diventando direttore della Kroll Opera, dove promosse con forza diverse novità, comprese le opere di Hindemith, Janáček, Schoenberg e Stravinsky. Con l’ascesa al potere del nazismo fuggì in Austria e quindi negli Stati Uniti: là, in parte come atto di ribellione nei confronti di Hitler, iniziò a focalizzarsi sul repertorio tedesco. Non era mai facile lavorare con lui ed ebbe da dire prima con le autorità americane e poi con quelle ungheresi. Tuttavia, insieme al produttore discografico e fondatore della Philharmonia Orchestra Walter Legge, consolidò la sua reputazione con i classici tedeschi, in special modo Beethoven. Nel 1954 Herbert von Karajan volò a Londra solo per sentirlo dirigere l’Eroica. Negli ultimi anni divenne famoso per la consapevolezza con cui affrontava i movimenti lenti, ma incisioni anteriori rivelano quanto fosse abile anche con i tempi veloci. In ogni caso, grazie al senso di articolazione ritmica, le sue esecuzioni avevano di solito uno slancio irresistibile, riuscendo a essere al contempo profondamente espressive.