Dal sottobosco underground al dominio delle classifiche internazionali, l’entusiasmante parabola dei Black Eyed Peas riflette alla perfezione le evoluzioni artistiche e commerciali dell’hip-hop. • Inaugurato a Los Angeles nei primi anni ’90, il sodalizio tra will.i.am e apl.de.ap getta le basi per la nascita del gruppo, che prende forma nel 1995 grazie all’alleanza con Taboo e Kim Hill. • L’album d’esordio Behind the Front (1998) traccia i confini di un universo conscious rap venato di note soul e jazz, in netta controtendenza rispetto al dilagante immaginario gangsta. • Il forfait di Hill crea i presupposti per l’ingresso in scena di Fergie, che con la sua personalità spigliata e il suo timbro ammaliante diventa una figura decisiva per il nuovo corso della crew. • Lo spettro sonoro si amplia fino ad accogliere l’influsso del pop e la fama globale non tarda ad arrivare: nel 2003 Elephunk consegna alla storia hit planetarie come ‘Where Is the Love?’ e ‘Shut Up’, mentre Monkey Business (2005) replica il successo del predecessore. • Pubblicato nel 2009, The E.N.D. (The Energy Never Dies) si veste di tinte elettroniche e assorbe la lezione dell’EDM, come certificato dalla scelta di affidare a David Guetta la produzione del tormentone ‘I Gotta Feeling’. • Se dopo la separazione da Fergie MASTERS OF THE SUN VOL. 1 (2018) segna il ritorno a un sound di stampo più strettamente rap, TRANSLATION (2020) devia verso rotte latine e strizza l’occhio al reggaeton.