Raffinato cantautore che ha fatto della ricerca sonora il proprio tratto distintivo, Vinicio Capossela riversa la sua poetica visionaria in un canzoniere che fagocita e rielabora influenze lontane come il jazz e gli umori latino-americani. - Nato in Germania, si trasferisce da bambino in Emilia-Romagna, e alle superiori rimane folgorato dal genio di Tom Waits. Le prime esperienze musicali si consumano in provincia, dove Francesco Guccini intercetta le ballate fumose di un talento promettente. - Esordisce con le istantanee esistenziali di All’una e trentacinque circa (1990), aggiudicandosi la Targa Tenco per la migliore opera prima. Seguono l’intrigante Modì (1991) e Camera a Sud (1992), dove spicca ‘Che cossè l’amor’. Tuttavia, la svolta arriva con le sonorità mediterranee de Il Ballo Di San Vito (1996). - L’euforico Canzoni a Manovella (2000) è un concentrato di personaggi complessi, dove l’estro da paroliere emerge e trova sbocco in una carriera di scrittore. Inaugurata con Non si muore tutte le mattine (2004), viene ulteriormente consolidata ne Il paese dei coppoloni (2015), candidato al Premio Strega, ed Eclissica (2021). - Se Ovunque proteggi (2006), impreziosito dalla chitarra di Marc Ribot, è il lavoro della consacrazione, lo stile immaginifico dell’artista continua a riverberarsi in Marinai, profeti e balene (2011) e in ‘Nella mia ora di libertà (feat. Mauro Pagani)’ (2022) a fianco di Giovanni Truppi.